L. 8 novembre 1991, n. 362
Norme di riordino del settore farmaceutico.
Pubblicata sulla Gazzetta Uff. 16 novembre 1991, n. 269.
Art. 1. Rapporto farmacie-popolazione.
(omissis) (2).
Nota (2) L'articolo consiste di 6 commi che sostituiscono i commi 1, 2 e 3
dell'art. 1, L. 2 aprile 1968, n. 475.
Art. 2. Apertura farmacie in condizioni territoriali particolari.
(omissis)(3).
Nota (2) Introduce la nuova versione dell'art. 104,
TULLSS, approvato con
R.D. 27 luglio 1934, n. 1265.
Art. 3. Sanzioni.
1. Chiunque apre una farmacia o ne assume l'esercizio senza la prescritta
autorizzazione è punito con l'arresto fino a un mese e con l'ammenda da lire
cinque milioni a lire dieci milioni.
2. Nei casi indicati nel comma 1, l'autorità sanitaria competente ordina
l'immediata chiusura della farmacia.
Art. 4. Procedure concorsuali.
1. Il conferimento delle sedi farmaceutiche vacanti o di nuova istituzione
che risultino disponibili per l'esercizio da parte di privati ha luogo mediante
concorso provinciale per titoli ed esami bandito entro il mese di marzo di ogni
anno dispari dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano.
2. Sono ammessi al concorso di cui al comma 1 i cittadini di uno Stato membro
della Comunità economica europea maggiori di età, in possesso dei diritti
civili e politici e iscritti all'albo professionale dei farmacisti, che non
abbiano compiuto i sessanta anni di età alla data di scadenza del termine di
presentazione delle domande (4).
Nota (4) Con ordinanza n. 357 del 14-22 luglio 1999, la Corte costituzionale
ha ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale
sollevata con riferimento al limite di età di cinquantanove anni per
l'ammissione al concorso farmaceutico.
3. Ove le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano non
provvedano a bandire il concorso per l'assegnazione delle farmacie vacanti o di
nuova istituzione nel termine previsto dal comma 1 o non provvedano entro i
dieci giorni successivi alla pubblicazione del bando alla nomina della
commissione giudicatrice, il Ministro della sanità, previa diffida, provvede
nei trenta giorni successivi a nominare un commissario ad acta incaricato
dell'indizione del bando di concorso e della nomina della commissione
giudicatrice (5).
4. Il commissario ad acta di cui al comma 3 rimane in carica per garantire il
regolare espletamento del concorso fino all'assegnazione delle farmacie ai
relativi vincitori (5).
5. Il commissario ad acta di cui al comma 3 si avvale degli uffici di una
unità sanitaria locale compresa nel territorio in cui si espleta il concorso e
risponde del suo operato al Ministro della sanità (5).
6. La commissione giudicatrice nominata per l'espletamento del concorso per
l'assegnazione delle farmacie approva entro centottanta giorni dalla data di
pubblicazione del bando la graduatoria dei vincitori (5).
7. In caso di impedimento di un commissario a partecipare ai lavori della
commissione giudicatrice le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano o il commissario ad acta di cui al comma 3 provvedono alla immediata
sostituzione del commissario impedito (5).
8. Qualora le commissioni non provvedano ad espletare il concorso nei termini
di cui al comma 6, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano o il
commissario ad acta di cui al comma 3 provvedono entro dieci giorni alla nomina
di una nuova commissione (5).
Nota (5) La Corte costituzionale, con sentenza 8-23 luglio 1992, n. 352, ha
dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 4, commi 3, 4, 5, 6, 7 e 8.
9. La composizione della commissione giudicatrice, i criteri per la
valutazione dei titoli e l'attribuzione dei punteggi, le prove di esame e le
modalità di svolgimento del concorso sono fissati con decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri, da emanarsi entro centottanta giorni dalla data di
entrata in vigore della presente legge (6).
Nota (6) Il D.P.C.M. 12 febbraio 1992 (Gazzetta Ufficiale 17 marzo 1992, n.
64) ha fatto "rivivere", con riferimento ai concorsi già banditi, le
norme abrogate dalla presente legge, disponendo che "I concorsi per
l'assegnazione di sedi farmaceutiche banditi ai sensi degli articoli 3 e
seguenti della legge 2 aprile1968, n. 475, in data anteriore a quella
dell'entrata in vigore della legge 8 novembre 1991, n. 362, restano
disciplinati, per quanto attiene alla composizione della commissione
giudicatrice, ai criteri per la valutazione dei titoli, all'attribuzione dei
punteggi, alle prove di esame e alle modalità di svolgimento dei concorsi
stessi, dalle disposizioni vigenti alla data di emanazione del bando".
Art. 5. Decentramento delle farmacie.
1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentiti il
comune e l'unità sanitaria locale competente per territorio, in sede di
revisione della pianta organica delle farmacie, quando risultino intervenuti
mutamenti nella distribuzione della popolazione del comune o dell'area
metropolitana di cui
all'art. 17, L. 8 giugno 1990, n. 142, anche senza sostanziali variazioni del
numero complessivo degli abitanti, provvedono alla nuova determinazione della
circoscrizione delle sedi farmaceutiche.
2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono
autorizzare, sentiti il comune, l'unità sanitaria locale e l'ordine provinciale
dei farmacisti, competenti per territorio, su domanda del titolare della
farmacia, il trasferimento della farmacia, nell'ambito del comune o dell'area
metropolitana, in una zona di nuovo insediamento abitativo, tenuto conto
delle esigenze dell'assistenza farmaceutica determinata dallo spostamento della
popolazione, rimanendo immutato il numero delle farmacie in rapporto alla
popolazione ai sensi dell'art. 1, L. 2 aprile 1968, n.
475, come modificato
dall'articolo 1 della presente legge.
Art. 6. Dispensari farmaceutici.
1. (omissis) (7).
Nota (7) Il comma ha sostituito i commi 3, 4 e 5 dell'art. 1, L. 8 marzo
1968, n. 221, riportata al n. B/VII.
1-bis. Nelle frazioni o centri abitati dei comuni interessati dalla crisi
sismica in cui, per gravi danni, sono intervenuti sensibili mutamenti della
distribuzione della popolazione, le regioni Marche e Umbria possono autorizzare,
in aggiunta alle farmacie esistenti, ai sensi dell'articolo 1 della legge 2
aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni, l'apertura di dispensari
farmaceutici per il tempo necessario alla verifica delle mutate dislocazioni
della popolazione nel comune e comunque fino all'avvenuta ricostruzione (8).
Nota (8) Il comma è stato aggiunto dall'art. 13, D.L. 30 gennaio 1998, n. 6,
approvata dopo i fatti sismici che nel 1997 hanno colpito l'Umbria e le Marche.
Art. 7. Titolarità e gestione della farmacia.
1. La titolarità dell'esercizio della farmacia privata è riservata a
persone fisiche, in conformità alle disposizioni vigenti, a società di persone
ed a società cooperative a responsabilità limitata che gestiscano farmacie
anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge.
2. Le società di cui al comma 1 hanno come oggetto esclusivo la gestione di
una farmacia. Sono soci della società farmacisti iscritti all'albo della
provincia in cui ha sede la società, in possesso del requisito dell'idoneità
previsto dall'articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475 e successive
modificazioni.
3. La direzione della farmacia gestita dalla società è affidata ad uno dei
soci che ne è responsabile.
4. Il direttore, qualora si verifichino a suo carico le condizioni previste
dal comma 2 dell'articolo 11 della legge 2 aprile 1968, n.
475, come sostituito
dall'articolo 11 della presente legge, è sostituito temporaneamente da un altro
socio.
5. Ciascuna delle società di cui al comma 1 può essere titolare
dell'esercizio di una sola farmacia e ottenere la relativa autorizzazione
purché la farmacia sia ubicata nella provincia ove ha sede legale la società.
6. Ciascun farmacista può partecipare ad una sola società di cui al comma
1.
7. La gestione delle farmacie private è riservata ai farmacisti iscritti
all'albo della provincia in cui ha sede la farmacia.
8. Il trasferimento della titolarità dell'esercizio di farmacia privata è
consentito dopo che siano decorsi tre anni dal rilascio dell'autorizzazione da
parte dell'autorità competente, salvo quanto previsto ai commi 9 e 10.
9. A seguito di acquisizione a titolo di successione di una partecipazione in
una società di cui al comma 1, qualora vengano meno i requisiti di cui al
secondo periodo del comma 2, l'avente causa deve cedere la partecipazione nel
termine di tre anni dalla acquisizione. Nel caso in cui l'avente causa
sia il coniuge ovvero l'erede in linea retta entro il secondo grado, il
suddetto termine è differito al compimento del trentesimo anno di età
dell'avente causa, ovvero, se successivo, al termine di dieci anni dalla data di
acquisizione della partecipazione. Il predetto termine di dieci anni è
applicabile esclusivamente nel caso in cui l'avente causa, entro un anno dalla
data di acquisizione della partecipazione, si iscriva ad una facoltà di
farmacia in qualità di studente presso un'università statale o abilitata a
rilasciare titoli aventi valore legale. Nel caso in cui gli aventi causa siano
più d'uno, essi provvedono alla nomina di un rappresentante comune nei rapporti
con la società. In caso di conflitto tra gli aventi causa, il tribunale
competente per territorio provvede alla nomina di un curatore preposto alla
gestione della partecipazione. In caso di mancata ottemperanza al disposto del
presente comma, il socio avente causa perde i diritti connessi alla
partecipazione.
10. Il comma 9 si applica anche nel caso di esercizio della farmacia privata
da parte degli aventi causa ai sensi del dodicesimo comma dell'articolo 12 della
legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni.
11. Decorsi i termini di cui al comma 9, in mancanza di soci o di aventi
causa, la gestione della farmacia privata viene assegnata secondo le procedure
di cui all'articolo 4.
12. Qualora venga meno la pluralità dei soci, il socio superstite ha
facoltà di associare nuovi soci nel rispetto delle condizioni di cui al
presente articolo, nel termine perentorio di sei mesi.
13. Il primo comma dell'articolo 13 del regolamento approvato con regio
decreto 3 marzo 1927, n. 478, come sostituito dall'articolo 1 del decreto del
Presidente della Repubblica 23 ottobre 1963, n. 1730, si applica a tutte le
farmacie private anche se di esse sia titolare una società.
14. Ferme restando le disposizioni di cui all'articolo 17 della legge 29
dicembre 1990, n. 408, agli atti soggetti ad imposta di registro delle società
aventi come oggetto l'esercizio di una farmacia privata, costituite entro due
anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ed al relativo
conferimento dell'azienda, l'imposta si applica in misura fissa.
Art. 8. Gestione societaria: incompatibilità.
1. La partecipazione alle società di cui all'articolo 7, salvo il caso di
cui ai commi 9 e 10 di tale articolo, è incompatibile:
a) con qualsiasi altra attività esplicata nel settore della produzione,
distribuzione, intermediazione e informazione scientifica del farmaco;
b) con la posizione di titolare, gestore provvisorio, direttore o
collaboratore di altra farmacia;
c) con qualsiasi rapporto di lavoro pubblico e privato.
2. Lo statuto delle società di cui all'articolo 7 ed ogni successiva
variazione sono comunicati alla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani
nonché all'assessore alla sanità della competente regione o provincia
autonoma, all'ordine provinciale dei farmacisti e alla unità sanitaria locale
competente per territorio, entro sessanta giorni dalla data dell'autorizzazione
alla gestione della farmacia.
3. La violazione delle disposizioni di cui al presente articolo e
all'articolo 7 comporta la sospensione del farmacista dall'albo professionale
per un periodo non inferiore ad un anno. Se è sospeso il socio che è direttore
responsabile, la direzione della farmacia gestita da una società è affidata ad
un altro dei soci.
Se sono sospesi tutti i soci è interrotta la gestione della farmacia per il
periodo corrispondente alla sospensione dei soci. L'autorità sanitaria
competente nomina, ove necessario, un commissario per il periodo di interruzione
della gestione ordinaria, da scegliersi in un elenco di professionisti
predisposto dal consiglio direttivo dell'ordine provinciale dei farmacisti.
Art. 9. Criteri per l'iscrizione all'albo.
1. (omissis) (9).
Nota (9) La norma sostituisce il primo comma, lettera e) dell'art. 9,
D.L.C.P.S. 13 settembre 1946, n. 233.
Art. 10. Gestione comunale.
1. (omissis) (10).
Nota (10) La norma sostituisce il primo comma dell'art. 9,
L. 2 aprile 1968,
n. 475.
Art. 11. Titolarità e sostituzione nella gestione.
1. (omissis) (11).
Nota (11) Sostituisce l'art. 11, L.
2 aprile 1968, n. 475.
Art. 12. Trasferimento della titolarità di farmacie in gestione comunale.
1. Il comma 2 dell'articolo 15-quinquies del decreto-legge 28 dicembre 1989,
n. 415, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n. 38, si
applica anche alle farmacie gestite dal comune o da azienda municipalizzata o
speciale di cui all'articolo 23 della legge 8 giugno 1990, n. 142, con modalità
da stabilirsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, anche a
tutela del personale dipendente.
2. In caso di trasferimento della titolarità della farmacia comunale, i
dipendenti hanno diritto di prelazione e ad essi si applicano le norme
dell'articolo 7.
3. La facoltà del comune di esercitare la prelazione per l'assunzione della
gestione della farmacia vacante o di nuova istituzione ai sensi dell'articolo 9
della legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni, è sospesa per
tre anni qualora il comune abbia trasferito la titolarità della farmacia ai
sensi del comma 1 del presente articolo.
Art. 13. Trasferimento di farmacia.
1. (omissis) (12).
Nota (12) L'articolo sostituisce il comma settimo dell'art. 12, L. 2 aprile
1968, n. 475.
Art. 14. Sanatoria.
1. I farmacisti che, alla data di entrata in vigore della presente legge,
gestiscono da almeno tre anni una farmacia rurale o urbana in via provvisoria,
ai sensi dell'articolo 129 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con
regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modificazioni, hanno diritto
a conseguire, per una sola volta, la titolarità della farmacia, purché alla
data di entrata in vigore della presente legge non sia stata pubblicata la
graduatoria del concorso per l'assegnazione della relativa sede farmaceutica.
2. Il periodo di tre anni di gestione di cui al comma 1 è continuativo,
oppure viene calcolato per sommatoria di servizi prestati, in qualità di
direttore o collaboratore di farmacia, con interruzioni non superiori ad un
semestre, purché alla data di entrata in vigore della presente legge il
beneficiario gestisca in via continuativa la farmacia da almeno sei mesi.
3. È escluso dal beneficio il farmacista che abbia già trasferito la
titolarità di altra farmacia da meno di dieci anni, ai sensi del quarto comma
dell'articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n.
475.
4. Le domande, debitamente documentate, devono pervenire, a pena di
decadenza, alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano entro
sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
5. L'accertamento dei requisiti e delle condizioni previsti dai comuni 1, 2,
3 e 4 è effettuato entro un mese dalla presentazione delle domande.
Art. 15. Abrogazione di norme.
1. Sono abrogati gli articoli 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 16 della legge 2 aprile
1968, n. 475, la legge 28 febbraio 1981, n. 34, e successive modificazioni,
nonché gli articoli 1, 2, 3 e 5 della legge 22 dicembre 1984, n. 892.
Art. 16. Entrata in vigore.
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.