Frutto della ricerca italiana il primo farmaco
che cura l'artrosi
Si chiama glucosamina solfato ed è frutto della
ricerca italiana la sostanza che ha dimostrato - per la prima volta al
mondo - di arrestare la progressione dell’artrosi. La pubblicazione nel
vol. 357 di Lancet (27 gennaio 2001) dei risultati di uno studio durato
tre anni e condotto in Belgio apre la strada a una vera e propria
rivoluzione nella cura di una malattia degenerativa delle articolazioni
che affligge, in Italia circa 4 milioni di persone e ben il 12% della
popolazione mondiale.
Il farmaco permette di fermare il processo di ‘usura’
delle articolazioni sia negli anziani, gravemente colpiti da questo
problema, ma anche nelle persone che praticano attività lavorative a
rischio di artrosi e negli sportivi. La possibilità reale di poter
finalmente affrontare l’artrosi - e non solo alleviarne i sintomi -
rappresenta oggi anche una notevole possibilità di risparmio: abbattere i
costi derivanti dall’invalidità provocata dalla malattia significa ridurre
la voce che maggiormente incide sulla spesa sanitaria
nazionale.
Glucosamina solfato è una sostanza naturale, un aminozucchero, normalmente presente nell’organismo. Si trova in primo
luogo nelle articolazioni, nel liquido sinoviale, nei tendini, nei
legamenti, nei muscoli ma anche nelle valvole cardiache, nell’occhio, nel
sangue, nei tratti digestivo e respiratorio. "Normalmente la glucosamina
viene sintetizzata dal glucosio – ha spiegato nei giorni scorsi a Milano
il prof. Lucio Rovati, docente di Farmacologia Clinica all’Università di
Parma, nel corso di un incontro stampa per la presentazione della molecola
– ma nell’artrosi si verifica un difetto metabolico nella sua biosintesi e
soprattutto nell’assemblaggio e produzione dei proteoglicani, i
costituenti principali della cartilagine articolare che ne garantiscono le
proprietà biomeccaniche quali l’elasticità e l’ammortizzamento degli urti.
In questa
situazione l’apporto esogeno di glucosamina solfato supplisce alla carenza
di quella normalmente prodotta dall’organismo". Il farmaco basato su
questa sostanza naturale è stato messo a punto già nei primi anni 80 nei
Laboratori Rottapharm di Monza, ma solo ora, dopo lo studio belga e la sua
pubblicazione su Lancet, ne è stata decretata l’estrema importanza.
Glucosamina solfato è infatti oggi il solo prodotto che si è dimostrato in
grado di fermare l’avanzare dell’artrosi.
Fino ad oggi nulla si poteva contro la
progressiva distruzione delle cartilagini e il danno alle articolazioni,
l’unica possibilità era quella somministrare al paziente farmaci
sintomatici per attenuare il dolore e ripristinare, anche parzialmente, la
funzionalità della parte colpita, con il rischio però di accelerarne la
progressione anatomica.
Per questo la presentazione alla comunità scientifica
del lavoro, coordinato dal prof. Jean Yves Reginster dell’Università di
Liegi, in Belgio, è stata accolta con entusiasmo e sta facendo rapidamente
il giro del mondo. "L’osteoartrosi è una malattia dal formidabile impatto
sociale – ha sottolineato Tim McAlindon, reumatologo dell’Università di
Boston nella nota pubblicata su Lancet a commento dello studio - i Fans
presentano numerosi effetti collaterali indesiderati e possono addirittura
aggravare il processo dell’osteoartrosi. Inestimabili risorse sono state
impiegate per sviluppare farmaci appartenenti a questa classe, ma poco è
stato fatto per trovare molecole in grado di arrestare la progressione
dell’artrosi... I risultati di questo studio possono cambiare totalmente
la situazione".
Lo
studio è stato condotto su 212 pazienti con artrosi del ginocchio; di
questi, a 106 sono stati somministrati 1.500 mg. di glucosamina solfato al
giorno per tre anni, ai rimanenti 106 pazienti è stato somministrato
placebo. Al termine dello studio tutti i partecipanti sono stati
sottoposti a radiografie del ginocchio, con risultati subito evidenti: chi
aveva ricevuto il farmaco mostrava in media un arresto della progressione
della malattia, documentato dall’assenza di restringimento dello spazio
articolare e da una riduzione della sintomatologia dolorosa e della
disabilità verificata con questionari. Chi non aveva assunto glucosamina
solfato, per contro, aveva registrato un peggioramento della situazione:
restringimento dello spazio articolare medio di 0,31 mm., segno evidente
di perdita di cartilagine, e peggioramento della sintomatologia.
Il risultato
appare di estrema importanza sia per i pazienti, che per l’intera società.
"Le malattie reumatiche peggiorano drammaticamente la qualità della vita
dei pazienti – ha sottolineato il dott. Augusto Zaninelli, coordinatore
scientifico della SIMG (Società Italiana Medici di Medicina Generale) -
perché il malato reumatico, accanto a quelle prettamente cliniche,
presenta talvolta gravi problematiche psicologiche.
La maggior parte delle persone non
accetta la malattia, la vive come un handicap e se ne vergogna: finisce
per rinchiudersi in se stessa, tende ad isolarsi, ad avere sfiducia nel
futuro, arrivando a soffrire di vere e proprie forme depressive. Per
questo è davvero importante che si sia dimostrata scientificamente la
possibilità di rallentare l’artrosi con glucosamina solfato, farmaco che
non presenta effetti collaterali. Ed è anche importante che si tratti di
una scoperta tutta italiana, a dimostrazione di come anche nel nostro
Paese si possano raggiungere straordinari livelli nella
ricerca".
"I costi sociali dell’artrosi
sono molto alti – ha aggiunto la dott. Bianca Canesi, presidente del CRO
(Collegio dei Reumatologi Ospedalieri) - ogni anno in Italia la spesa
totale legata alla malattia supera i 13mila miliardi di lire, di cui quasi
11 mila per gli indennizzi di invalidità, 944 per le prestazioni
ambulatoriali, 859 per i farmaci, 686 per le indennità di malattia, 224
per i ricoveri ospedalieri".