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Da "Salute Europa" del 2 Febbraio 2001

Frutto della ricerca italiana il primo farmaco che cura l'artrosi

Si chiama glucosamina solfato ed è frutto della ricerca italiana la sostanza che ha dimostrato - per la prima volta al mondo - di arrestare la progressione dell’artrosi. La pubblicazione nel vol. 357 di Lancet (27 gennaio 2001) dei risultati di uno studio durato tre anni e condotto in Belgio apre la strada a una vera e propria rivoluzione nella cura di una malattia degenerativa delle articolazioni che affligge, in Italia circa 4 milioni di persone e ben il 12% della popolazione mondiale.
Il farmaco permette di fermare il processo di ‘usura’ delle articolazioni sia negli anziani, gravemente colpiti da questo problema, ma anche nelle persone che praticano attività lavorative a rischio di artrosi e negli sportivi. La possibilità reale di poter finalmente affrontare l’artrosi - e non solo alleviarne i sintomi - rappresenta oggi anche una notevole possibilità di risparmio: abbattere i costi derivanti dall’invalidità provocata dalla malattia significa ridurre la voce che maggiormente incide sulla spesa sanitaria nazionale.
Glucosamina solfato è una sostanza naturale, un aminozucchero, normalmente presente nell’organismo. Si trova in primo luogo nelle articolazioni, nel liquido sinoviale, nei tendini, nei legamenti, nei muscoli ma anche nelle valvole cardiache, nell’occhio, nel sangue, nei tratti digestivo e respiratorio. "Normalmente la glucosamina viene sintetizzata dal glucosio – ha spiegato nei giorni scorsi a Milano il prof. Lucio Rovati, docente di Farmacologia Clinica all’Università di Parma, nel corso di un incontro stampa per la presentazione della molecola – ma nell’artrosi si verifica un difetto metabolico nella sua biosintesi e soprattutto nell’assemblaggio e produzione dei proteoglicani, i costituenti principali della cartilagine articolare che ne garantiscono le proprietà biomeccaniche quali l’elasticità e l’ammortizzamento degli urti.
In questa situazione l’apporto esogeno di glucosamina solfato supplisce alla carenza di quella normalmente prodotta dall’organismo". Il farmaco basato su questa sostanza naturale è stato messo a punto già nei primi anni 80 nei Laboratori Rottapharm di Monza, ma solo ora, dopo lo studio belga e la sua pubblicazione su Lancet, ne è stata decretata l’estrema importanza. Glucosamina solfato è infatti oggi il solo prodotto che si è dimostrato in grado di fermare l’avanzare dell’artrosi.
Fino ad oggi nulla si poteva contro la progressiva distruzione delle cartilagini e il danno alle articolazioni, l’unica possibilità era quella somministrare al paziente farmaci sintomatici per attenuare il dolore e ripristinare, anche parzialmente, la funzionalità della parte colpita, con il rischio però di accelerarne la progressione anatomica.
Per questo la presentazione alla comunità scientifica del lavoro, coordinato dal prof. Jean Yves Reginster dell’Università di Liegi, in Belgio, è stata accolta con entusiasmo e sta facendo rapidamente il giro del mondo. "L’osteoartrosi è una malattia dal formidabile impatto sociale – ha sottolineato Tim McAlindon, reumatologo dell’Università di Boston nella nota pubblicata su Lancet a commento dello studio - i Fans presentano numerosi effetti collaterali indesiderati e possono addirittura aggravare il processo dell’osteoartrosi. Inestimabili risorse sono state impiegate per sviluppare farmaci appartenenti a questa classe, ma poco è stato fatto per trovare molecole in grado di arrestare la progressione dell’artrosi... I risultati di questo studio possono cambiare totalmente la situazione".
Lo studio è stato condotto su 212 pazienti con artrosi del ginocchio; di questi, a 106 sono stati somministrati 1.500 mg. di glucosamina solfato al giorno per tre anni, ai rimanenti 106 pazienti è stato somministrato placebo. Al termine dello studio tutti i partecipanti sono stati sottoposti a radiografie del ginocchio, con risultati subito evidenti: chi aveva ricevuto il farmaco mostrava in media un arresto della progressione della malattia, documentato dall’assenza di restringimento dello spazio articolare e da una riduzione della sintomatologia dolorosa e della disabilità verificata con questionari. Chi non aveva assunto glucosamina solfato, per contro, aveva registrato un peggioramento della situazione: restringimento dello spazio articolare medio di 0,31 mm., segno evidente di perdita di cartilagine, e peggioramento della sintomatologia.
Il risultato appare di estrema importanza sia per i pazienti, che per l’intera società. "Le malattie reumatiche peggiorano drammaticamente la qualità della vita dei pazienti – ha sottolineato il dott. Augusto Zaninelli, coordinatore scientifico della SIMG (Società Italiana Medici di Medicina Generale) - perché il malato reumatico, accanto a quelle prettamente cliniche, presenta talvolta gravi problematiche psicologiche.
La maggior parte delle persone non accetta la malattia, la vive come un handicap e se ne vergogna: finisce per rinchiudersi in se stessa, tende ad isolarsi, ad avere sfiducia nel futuro, arrivando a soffrire di vere e proprie forme depressive. Per questo è davvero importante che si sia dimostrata scientificamente la possibilità di rallentare l’artrosi con glucosamina solfato, farmaco che non presenta effetti collaterali. Ed è anche importante che si tratti di una scoperta tutta italiana, a dimostrazione di come anche nel nostro Paese si possano raggiungere straordinari livelli nella ricerca".
"I costi sociali dell’artrosi sono molto alti – ha aggiunto la dott. Bianca Canesi, presidente del CRO (Collegio dei Reumatologi Ospedalieri) - ogni anno in Italia la spesa totale legata alla malattia supera i 13mila miliardi di lire, di cui quasi 11 mila per gli indennizzi di invalidità, 944 per le prestazioni ambulatoriali, 859 per i farmaci, 686 per le indennità di malattia, 224 per i ricoveri ospedalieri".

 



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